La serata
organizzata dal PD ha visto l’assessore Saitta parlare della
situazione economica attuale della Sanità Piemontese, l’assessore
balocco parlare della linea ferroviaria Novara-Varallo e il
Governatore Chiamparino trarre le conclusioni.
La
situazione è grave. I debiti della Regione per la sola sanità
ammontano a 2,5 miliardi di euro, ma potrebbero anche essere 5
miliardi (a causa di un prestito contratto e della relativa
contabilizzazione a bilancio). Il debito totale della regione
veleggia verso i 10 miliardi…
Spiace
constatare che la serata si è svolta sotto il cappello introduttivo
del “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il
passato…”. Non si è voluto minimamente affrontare il tema delle
responsabilità, come nella peggiore tradizione politica italiana.
Nessuno è immune da responsabilità quindi meglio non affrontare
l’argomento…
Noi
cittadini dobbiamo avere bene in mente che Ghigo (Forza italia),
Bresso (DS) e Cota (Lega) hanno governato la Regione dal 1995 ad oggi
e che in questo periodo il debito pubblico non ha mai smesso di
crescere.
La
politica clientelare (che in Italia, Valsesia compresa, funziona)
porta inevitabilmente a questo.
Dalle
parole di Chiamparino e Saitta pare emergere una certa chiamata in
causa delle ASL nella cattiva gestione dei conti (leggi sprechi).
Viene da chiedersi a tal proposito come siano state scelte le persone
ai vertici delle ASL negli anni passati…
L’intervento
di Saitta è stato tutto un dire e non dire. Applaudito a tal
proposito un intervento dal pubblico che chiedeva in modo semplice e
chiaro quali siano i progetti dell’amministrazione attuale per il
futuro.
La
questione ruota intorno alla classificazione del nosocomio di
Borgosesia quale “presidio di base”, che prevede la presenza di
determinati servizi/reparti (i “presidi di base” hanno un
bacino di utenza tra 80.000 e 150.000 abitanti (tranne quelli in zone
particolarmente disagiate), sono strutture sede di Pronto soccorso
con la presenza di un numero limitato di specialità ad ampia
diffusione territoriale : Medicina interna, Chirurgia generale,
Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva
o in regime di pronta disponibilità H24 di Radiologia, Laboratorio,
Emoteca. Devono essere dotati, inoltre, di letti di "Osservazione
Breve Intensiva").
Hanno
confermato che i quattro reparti a rischio sono otorinolaringoiatria,
urologia, ostetricia/ginecologia e cardiologia. Saitta ha ripetuto
che stanno lavorando per capire come agire e che decisioni in tal
senso non sono ancora state prese. Più chiaro è stato Chiamparino
nel dire che i 4 reparti non potranno sopravvivere tutti, ma in base
ai risultati ottenuti (anche in termini di utenza servita)
valuteranno quali valga la pena mantenere e quali invece saranno
soppressi.
Di
alternative non ne sono state previste. Non ci sono scelte, se non la
quantità di servizi da cancellare.
Non hanno
parlato di cifre riferendosi ai risparmi da effettuare, rendendo il
tal modo difficile proporre soluzioni alternative. Una delle quali
potrebbe essere quella di trasferire le attività dei centri di
Varallo e gattinara nel 4° piano della struttura di Borgosesia, oggi
vuoto.
Le
attuali regole non permettono nemmeno la possibilità di trasformare
Borgosesia in un presidio montano, che consentirebbe di mantenere i
servizi attuali.
Dal palco
i relatori hanno fatto giustamente notare che Sanità efficiente non
vuol dire avere un ospedale sotto casa, ma avere servizi di qualità.
Facendo furbamente attenzione a non citare il problema delle liste di
attesa… Le liste di attesa sono il vero problema e vanno
ridotte a pochi giorni. Peccato che in questo senso i relatori non
abbiano speso parole incoraggianti.
Un
signore dal pubblico riporta a tal proposito la testimonianza di casi
in cui le stesse arrivano anche a 150-180 giorni.
Il
privato che ha bisogno una visita viene in questo modo spinto verso
l’assistenza privata, con le conseguenze che tutti conosciamo.
Un
problema esistente è anche quello della carenza di organico: oggi
nell’ospedale di Borgosesia mancano soprattutto gli infermieri.
Saitta e Chiamparino dicono che le risorse per nuove assunzioni non
ci sono.
Il
programma della Regione è quindi un accorpamento dei servizi a
vantaggio della professionalità dei medici e della sicurezza dei
pazienti. Belle parole da politici. Non viene data alcuna evidenza
che gli interventi effettuati in un piccolo ospedale tipo Borgosesia
siano meno efficaci o più pericolosi di quelli effettuati nei grandi
centri.
Il
rischio, al contrario, è che ad un accorpamento dei reparti (che non
si capisce perché debba sempre essere fatto dalle periferie verso i
grandi centri, già caotici ora) non corrisponda un adeguato
incremento delle attività. Per cui la “razionalizzazione dei
servizi” rischia di diventare solo una riduzione dei servizi.
Va detto
che in linea di principio la riduzioni degli sprechi e giusta e
doverosa, ma va anche ricordato che i territori montani sono
penalizzati sotto molti aspetti sia economici che sociali. Molti
giovani si muovono verso le città e nelle valli l’età media della
popolazione risulta più elevata che in altre zone. Va inoltre
aggiunto che il territorio del nord Piemonte è definito “a rischio
elevato” (maggiore rispetto al resto della regione) per malattie
cerebrovascolari e malattie ischemiche del cuore (fonte Regione
Piemonte – Programmi Operativi per il triennio 2013-2015).
Spostando
sempre più verso la pianura i servizi sanitari si fatica a
comprendere come questa “razionalizzazione” possa continuare a
garantire la stessa assistenza. Salvo ricorrere all’assistenza
extra ospedaliera, citata più volte durante la serata.
Per
quanto riguarda la linea ferroviaria Novara-Varallo l’assessore
Balocco ha ripetuto cose già dette in altre occasioni, ossia che il
numero di utenti della linea non consente il mantenimento in vita
della stessa, a causa dei costi troppo elevati non compensati dalla
bigliettazione.
Secondo
l’amministrazione Regionale non è il caso di imputare la scarsità
di passeggeri agli orari non ottimali per la fruizione da parte dei
pendolari, come invece affermano i pendolari stessi.
L’assessore
lascia aperta la porta al possibile riutilizzo della linea, a patto
che ci siano adeguate iniziative da parte degli amministratori
locali, che sono chiamati a fare la loro parte.
Nulla si
potrà comunque fare prima che vengano ridiscussi gli accordi con
Trenitalia. A breve dovrebbe esserci un’apertura della rete alla
concorrenza e verrà fatta la relativa gara per l’affidamento del
servizio di trasporto.
In questo
si nasconde tuttavia una minaccia. L’intenzione della Regione è di
scorporare la rete in tre blocchi e fare tre gare separate: non
vorremmo che le linee più remunerative fossero unite in un solo
blocco più appetibile mentre le linee secondarie fossero relegate in
blocchi a cui gli operatori riserverebbero interesse scarso o nullo.
Sia per i
Trasporti che per la Sanità (per limitarci agli argomenti trattati)
la Regione si limita a constatare che ci sono dei debiti e quindi
bisogna ripagarli risparmiando sui servizi.
Ma i
cittadini le tasse le hanno pagate. Anzi, crescono di anno in anno
mentre i servizi calano.
Chi ha
avuto la responsabilità dei conti negli anni passati perché ha
permesso che il buco di bilancio diventasse una voragine? A leggere
il rapporto della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria
dell’amministrazione Cota viene da piangere. Ma com’è possibile?
E andando indietro negli anni le cose non stanno diversamente.
Soluzioni?
Serve una lotta serrata contro l’evasione fiscale e contro gli
sprechi, ma più ancora serve che la politica stia fuori dalle ASL,
che non devono essere utilizzate per piazzare “yes-men” di
partito.
Ora come
ora con il debito che la Regione ha accumulato non è che si possa
fare molto. Perderemo alcuni servizi, si faranno sacrifici. Ma
basterà?
Se non
impariamo dagli errori del passato, noi cittadini e i politici tutti,
non verremo mai fuori da questa situazione.
Qualche
soluzione il M5S la aveva inserita nel suo programma, ad esempio:
- Razionalizzare la spesa politica eliminando i vitalizi retroattivamente e riducendo gli stipendi dei consiglieri a 5000 €/mese più rimborsi auto per sole attività istituzionali comporterebbe un risparmio di circa 10 mln € l'anno. Non poco di questi tempi.
- Creazione di una piattaforma regionale dei dipendenti regionali e delle ASR per denunce anonime sul modello di wikileaks in filo diretto con le Procure penali e contabili.
- Trasparenza e lotta alla corruzione tramite pubblicazione online di tutti i bandi di gara degli ultimi 10 anni delle ASR e relative proroghe con adeguata motivazione e firme responsabili;
- Valutazione online e anonima da parte dei dipendenti della dirigenza,
- Reintroduzione di un'Agenzia Regionale per la programmazione sociosanitaria Regionale,
- Qualunque scelta di razionalizzazione ospedaliera o di servizi deve passare dal vaglio referendario popolare, prima che da quello politico-finanziario.
- Riorganizzazione delle strutture ospedaliere dismesse, tramite una riconversione e ristrutturazione funzionale, mettendo in rete medici di medicina generale (mmg) e pediatri di libera scelta (pls).
- Rafforzamento e difesa dell'Assistenza Domiciliare ADI, ADO e in generale delle cure domiciliari come umanizzazione della assistenza.