mercoledì 22 ottobre 2014

20/10/2014: I vertici della Regione a Quarona. Tagli ai servizi, ma nessuna responsabilità.


La serata organizzata dal PD ha visto l’assessore Saitta parlare della situazione economica attuale della Sanità Piemontese, l’assessore balocco parlare della linea ferroviaria Novara-Varallo e il Governatore Chiamparino trarre le conclusioni.
La situazione è grave. I debiti della Regione per la sola sanità ammontano a 2,5 miliardi di euro, ma potrebbero anche essere 5 miliardi (a causa di un prestito contratto e della relativa contabilizzazione a bilancio). Il debito totale della regione veleggia verso i 10 miliardi…
Spiace constatare che la serata si è svolta sotto il cappello introduttivo del “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato…”. Non si è voluto minimamente affrontare il tema delle responsabilità, come nella peggiore tradizione politica italiana. Nessuno è immune da responsabilità quindi meglio non affrontare l’argomento…
Noi cittadini dobbiamo avere bene in mente che Ghigo (Forza italia), Bresso (DS) e Cota (Lega) hanno governato la Regione dal 1995 ad oggi e che in questo periodo il debito pubblico non ha mai smesso di crescere.
La politica clientelare (che in Italia, Valsesia compresa, funziona) porta inevitabilmente a questo.

Dalle parole di Chiamparino e Saitta pare emergere una certa chiamata in causa delle ASL nella cattiva gestione dei conti (leggi sprechi). Viene da chiedersi a tal proposito come siano state scelte le persone ai vertici delle ASL negli anni passati…
L’intervento di Saitta è stato tutto un dire e non dire. Applaudito a tal proposito un intervento dal pubblico che chiedeva in modo semplice e chiaro quali siano i progetti dell’amministrazione attuale per il futuro.
La questione ruota intorno alla classificazione del nosocomio di Borgosesia quale “presidio di base”, che prevede la presenza di determinati servizi/reparti (i “presidi di base” hanno un bacino di utenza tra 80.000 e 150.000 abitanti (tranne quelli in zone particolarmente disagiate), sono strutture sede di Pronto soccorso con la presenza di un numero limitato di specialità ad ampia diffusione territoriale : Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva o in regime di pronta disponibilità H24 di Radiologia, Laboratorio, Emoteca. Devono essere dotati, inoltre, di letti di "Osservazione Breve Intensiva").
Hanno confermato che i quattro reparti a rischio sono otorinolaringoiatria, urologia, ostetricia/ginecologia e cardiologia. Saitta ha ripetuto che stanno lavorando per capire come agire e che decisioni in tal senso non sono ancora state prese. Più chiaro è stato Chiamparino nel dire che i 4 reparti non potranno sopravvivere tutti, ma in base ai risultati ottenuti (anche in termini di utenza servita) valuteranno quali valga la pena mantenere e quali invece saranno soppressi.
Di alternative non ne sono state previste. Non ci sono scelte, se non la quantità di servizi da cancellare.
Non hanno parlato di cifre riferendosi ai risparmi da effettuare, rendendo il tal modo difficile proporre soluzioni alternative. Una delle quali potrebbe essere quella di trasferire le attività dei centri di Varallo e gattinara nel 4° piano della struttura di Borgosesia, oggi vuoto.
Le attuali regole non permettono nemmeno la possibilità di trasformare Borgosesia in un presidio montano, che consentirebbe di mantenere i servizi attuali.
Dal palco i relatori hanno fatto giustamente notare che Sanità efficiente non vuol dire avere un ospedale sotto casa, ma avere servizi di qualità. Facendo furbamente attenzione a non citare il problema delle liste di attesa… Le liste di attesa sono il vero problema e vanno ridotte a pochi giorni. Peccato che in questo senso i relatori non abbiano speso parole incoraggianti.
Un signore dal pubblico riporta a tal proposito la testimonianza di casi in cui le stesse arrivano anche a 150-180 giorni.
Il privato che ha bisogno una visita viene in questo modo spinto verso l’assistenza privata, con le conseguenze che tutti conosciamo.
Un problema esistente è anche quello della carenza di organico: oggi nell’ospedale di Borgosesia mancano soprattutto gli infermieri. Saitta e Chiamparino dicono che le risorse per nuove assunzioni non ci sono.

Il programma della Regione è quindi un accorpamento dei servizi a vantaggio della professionalità dei medici e della sicurezza dei pazienti. Belle parole da politici. Non viene data alcuna evidenza che gli interventi effettuati in un piccolo ospedale tipo Borgosesia siano meno efficaci o più pericolosi di quelli effettuati nei grandi centri.
Il rischio, al contrario, è che ad un accorpamento dei reparti (che non si capisce perché debba sempre essere fatto dalle periferie verso i grandi centri, già caotici ora) non corrisponda un adeguato incremento delle attività. Per cui la “razionalizzazione dei servizi” rischia di diventare solo una riduzione dei servizi.

Va detto che in linea di principio la riduzioni degli sprechi e giusta e doverosa, ma va anche ricordato che i territori montani sono penalizzati sotto molti aspetti sia economici che sociali. Molti giovani si muovono verso le città e nelle valli l’età media della popolazione risulta più elevata che in altre zone. Va inoltre aggiunto che il territorio del nord Piemonte è definito “a rischio elevato” (maggiore rispetto al resto della regione) per malattie cerebrovascolari e malattie ischemiche del cuore (fonte Regione Piemonte – Programmi Operativi per il triennio 2013-2015).
Spostando sempre più verso la pianura i servizi sanitari si fatica a comprendere come questa “razionalizzazione” possa continuare a garantire la stessa assistenza. Salvo ricorrere all’assistenza extra ospedaliera, citata più volte durante la serata.


Per quanto riguarda la linea ferroviaria Novara-Varallo l’assessore Balocco ha ripetuto cose già dette in altre occasioni, ossia che il numero di utenti della linea non consente il mantenimento in vita della stessa, a causa dei costi troppo elevati non compensati dalla bigliettazione.
Secondo l’amministrazione Regionale non è il caso di imputare la scarsità di passeggeri agli orari non ottimali per la fruizione da parte dei pendolari, come invece affermano i pendolari stessi.
L’assessore lascia aperta la porta al possibile riutilizzo della linea, a patto che ci siano adeguate iniziative da parte degli amministratori locali, che sono chiamati a fare la loro parte.
Nulla si potrà comunque fare prima che vengano ridiscussi gli accordi con Trenitalia. A breve dovrebbe esserci un’apertura della rete alla concorrenza e verrà fatta la relativa gara per l’affidamento del servizio di trasporto.
In questo si nasconde tuttavia una minaccia. L’intenzione della Regione è di scorporare la rete in tre blocchi e fare tre gare separate: non vorremmo che le linee più remunerative fossero unite in un solo blocco più appetibile mentre le linee secondarie fossero relegate in blocchi a cui gli operatori riserverebbero interesse scarso o nullo.

Sia per i Trasporti che per la Sanità (per limitarci agli argomenti trattati) la Regione si limita a constatare che ci sono dei debiti e quindi bisogna ripagarli risparmiando sui servizi.
Ma i cittadini le tasse le hanno pagate. Anzi, crescono di anno in anno mentre i servizi calano.
Chi ha avuto la responsabilità dei conti negli anni passati perché ha permesso che il buco di bilancio diventasse una voragine? A leggere il rapporto della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria dell’amministrazione Cota viene da piangere. Ma com’è possibile? E andando indietro negli anni le cose non stanno diversamente.
Soluzioni? Serve una lotta serrata contro l’evasione fiscale e contro gli sprechi, ma più ancora serve che la politica stia fuori dalle ASL, che non devono essere utilizzate per piazzare “yes-men” di partito.
Ora come ora con il debito che la Regione ha accumulato non è che si possa fare molto. Perderemo alcuni servizi, si faranno sacrifici. Ma basterà?
Se non impariamo dagli errori del passato, noi cittadini e i politici tutti, non verremo mai fuori da questa situazione.

Qualche soluzione il M5S la aveva inserita nel suo programma, ad esempio:
  • Razionalizzare la spesa politica eliminando i vitalizi retroattivamente e riducendo gli stipendi dei consiglieri a 5000 €/mese più rimborsi auto per sole attività istituzionali comporterebbe un risparmio di circa 10 mln € l'anno. Non poco di questi tempi.
  • Creazione di una piattaforma regionale dei dipendenti regionali e delle ASR per denunce anonime sul modello di wikileaks in filo diretto con le Procure penali e contabili.
  • Trasparenza e lotta alla corruzione tramite pubblicazione online di tutti i bandi di gara degli ultimi 10 anni delle ASR e relative proroghe con adeguata motivazione e firme responsabili;
  • Valutazione online e anonima da parte dei dipendenti della dirigenza,
  • Reintroduzione di un'Agenzia Regionale per la programmazione sociosanitaria Regionale,
  • Qualunque scelta di razionalizzazione ospedaliera o di servizi deve passare dal vaglio referendario popolare, prima che da quello politico-finanziario.
  • Riorganizzazione delle strutture ospedaliere dismesse, tramite una riconversione e ristrutturazione funzionale, mettendo in rete medici di medicina generale (mmg) e pediatri di libera scelta (pls).
  • Rafforzamento e difesa dell'Assistenza Domiciliare ADI, ADO e in generale delle cure domiciliari come umanizzazione della assistenza.

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