Serata “No
Inceneritori” - Serravalle Sesia – 22 giugno 2012
“Nessun rischio è accettabile se è evitabile” (Paul
Connett)
Premessa
Nell'ottica di informare i cittadini
per una loro maggiore consapevole partecipazione alle scelte
riguardanti il territorio, il gruppo valsesiano del Movimento 5
Stelle ha organizzato una serata informativa sul tema della raccolta
e smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU).
Da qualche tempo si sente parlare del
nuovo inceneritore di quadrante che dovrebbe servire le 4 province
(BI-VC-NO-VB) e che potrebbe sorgere a Vercelli sulle ceneri di
quello che oggi è in funzione ma che è arrivato a fine vita.
Indipendentemente dalla ubicazione
dell'impianto, la posizione del M5S e di molte associazioni di
cittadini è quella di dire basta ad una pratica dannosa per la
salute e costosa per la collettività.
Oggi in quasi tutti i comuni è attiva
la raccolta differenziata, che vede separati i rifiuti organici, la
plastica, il vetro, le lattine e la carta. Tuttavia resta una parte
consistente cosiddetta “Indistinta”. Ad oggi questa parte della
raccolta differenziata è destinata in alternativa o alla discarica o
all'inceneritore.
Entrambe le soluzioni rappresentano una
comoda soluzione TEMPORANEA, ma non risolve il problema, anzi.
La serata è stata introdotta da Anna
Andorno, membro del Movimento Valledora
(http://www.movimentovalledora.org)
e del CARP (http://www.carp-ambiente-rifiuti.org).
Il Movimento Valledora è nato per
cercare di contrastare lo sfruttamento del territorio a cavallo tra
le province di Vercelli, Biella e Torino, dove l'attività di
cavatura delle ghiaie da sedimento sta costellando la pianura di
enormi buchi.
Gli stessi buchi che potrebbero essere
poi riempiti di rifiuti.
In quest'ottica è nato il
CARP (Coordinamento Ambientalista Rifiuti Piemonte). Lo scopo del
Carp è quello di tenere viva l'attenzione su quello che succede nel
territorio, per impedire che imprese senza scrupoli legate ad
amministratori ignoranti, o peggio, collusi, possano arrecare danni
all'ambiente. Danni che hanno SEMPRE una ripercussione diretta sulla
vita umana, presente o futura.
Anna ha spiegato come
funziona un inceneritore.
Innanzitutto va chiamato con
il suo nome. Il termine “termo-valorizzatore” è fuorviante e
dovrebbe essere evitato.
Un inceneritore è un
forno che brucia rifiuti ad una temperatura compresa tra gli 800°C
ed i 1200°C.
L'inceneritore che
attualmente opera a Vercelli brucia ogni anno circa 75.000 tonnellate
di rifiuti.
Una cosa che forse non tutti
sanno è che ai rifiuti viene aggiunta una certa quantità di calce
viva e un quantitativo piuttosto elevato di acqua.
Da una tonnellata di rifiuti
si producono circa:
- 280-300Kg di ceneri solide
- 30 Kg di ceneri volatili (diossina ecc...)
- 650 kg da acqua sporca da depurare
- 25 kg di gesso
(fonte: Università di
Reggio Emilia e Modena)
La Provincia di Vercelli
è da sempre al fondo della classifica in Piemonte per la
percentuale di raccolta differenziata.
Il fatto che il Comune di
Vercelli detenga circa il 75% della proprietà dell'inceneritore la
dice lunga sulle cause di questa situazione, legata alle scelte
politiche effettuate negli anni passati.
L'impianto infatti costa, e
deve bruciare ogni anno una quantità di rifiuti necessaria per
ripagare l'impianto. Più ne brucia meglio è. Non per i cittadini,
ma questo è trascurabile, a quanto pare.
Fino al 2007 i RSU erano
stati addirittura associati alle fonti rinnovabili quali sole, vento
ecc...
Solo in Italia,
naturalmente. Le aziende che bruciavano rifiuti ricevevano quindi i
famosi CIP6, che tutti noi paghiamo nella bolletta dell'energia
elettrica, per ogni kilowatt prodotto bruciando i rifiuti (di
qualsiasi tipo!).
Grazie a questo escamotage
una valanga di soldi sono stati sottratti alle vere fonti rinnovabili
a favore dell'incenerimento dei rifiuti, e questo ha generato la
corsa all'incenerimento, con tutte le conseguenze che tratteremo più
avanti.
Al Parlamento Europeo è
stata recentemente presentata una richiesta affinché tutti gli
inceneritori vengano spenti entro il 2020. Dal momento che tutti gli
inceneritori si stanno avviando a fine vita senza che ne vengano
costruiti di nuovi, la richiesta sarà facilmente accolta. Gli unici
luoghi in cui si stanno costruendo nuovi impianti sono Torino e la
Puglia. E, forse, Vercelli.
Non è infatti un mistero il
fatto che il vecchio inceneritore sia arrivato al capolinea. Qualcuno
ha avanzato l'idea di rinnovarlo facendolo diventare l'inceneritore
di quadrante, in grado di “gestire” i rifiuti delle province di
Vercelli, Biella, Novara e Verbania. Un impianto del genere sarebbe
progettato per trattare una quantità di rifiuti ben superiore
all'attuale. C'è chi azzarda una stima per 160.000-175.000
tonnellate annue di rifiuti!
Anche senza prendere in
esame le alternative, sorgono alcune domande:
- L'aumento della percentuale della raccolta differenziata porterà ad una diminuzione significativa della parte indistinta da trattare nel forno. Dove si prenderanno le tonnellate di rifiuti per soddisfare la “voracità” dell'impianto?
- Un impianto del genere potrà costare tra i 300 ed i 400 milioni di euro. Dove si prenderanno?
- Il sito dell'inceneritore di Vercelli è molto inquinato, per gli scarichi effettuati nel corso degli anni. La bonifica obbligatoria di tale sito ricadrebbe sulle 4 province nel caso in cui si consorziassero per la gestione del nuovo impianto. I cittadini di quelle province accetteranno di accollarsi la spesa in bolletta?
- Un impianto costruito ora ci metterà almeno 3 anni a diventare operativo, quindi non prima del 2015. Se la UE nel 2020 imporrà la chiusura degli impianti avremo un impianto con 5 anni di vita da dover abbattere. A meno che non accetteremo di pagare le sanzioni che la UE certamente ci darà.
Si badi bene che il discorso
non vale solo per il sito di Vercelli. Le controindicazioni relative
alla costruzione di impianti di questo tipo sono valide OVUNQUE.
La parola a questo punto è
passata a Francesco Massocca, assessore del Comune di Tronzano, che
ha illustrato le alternative esistenti e le iniziative che il suo e
altri comuni stanno portando avanti.
La gestione dei rifiuti per
quasi tutto il territorio Vercellese (Valsesia compresa) è stata
affidata al consorzio Covevar. Dal momento che questo ha raddoppiato
le tariffe, nonostante il Comune avesse già introdotto la
differenziata, lui in qualità di assessore ha deciso di valutare
altre possibilità.
La soluzione che vorrebbero
adottare è di fare un'unione di comuni per dare vita ad un centro di
trattamento dei rifiuti a freddo, sul modello di quello di Vedelago
(www.centroriciclo.eu),
gestendo naturalmente la raccolta differenziata spinta come già
fanno in altri posti (Ponte nelle Alpi).
Un impianto di trattamento a
freddo dei rifiuti può costare circa 5 milioni di euro, ma i
vantaggi sono tangibili.
Innanzitutto in questo modo
i rifiuti non sono più uno scarto da eliminare ma tornano ad essere
materia prima da riutilizzare. Si possono fare molte cose a seconda
del tipo di rifiuto trattato.
Il vantaggio più immediato
è quindi il risparmio sulle tariffe della TARSU.
Il vantaggio maggiore è poi
sul medio-lungo periodo, poiché si andrebbe ad abbattere
l'inquinamento prodotto dall'incenerimento o dal conferimento in
discarica.
Naturalmente il sistema
funziona se tutti i cittadini fanno la loro parte. Può essere più
macchinoso suddividere i vari materiali in modo “spinto”, ma un
ambiente più salubre e bollette meno care possono far digerire
questo piccolo impegno aggiuntivo.
Per spiegare quali sono le
conseguenze dell'incenerimento dei rifiuti sull'organismo è
intervenuto il dott. Marco Calgaro di ISDE (www.isde.it),
un'associazione internazionale di medici che si occupa anche di
prevenzione attraverso la salvaguardia dell'ambiente dagli agenti
inquinanti che possono avere conseguenze dirette o indirette sulla
salute.
Il ruolo del medico secondo
loro non dovrebbe essere solo quello di curare i malati, ma anche
quello di mettere in guardia le persone (e gli amministratori
pubblici) da quelle che possono essere delle minacce alla salute
pubblica, secondo il sempre vero detto: “Prevenire è meglio che
curare”.
In quest'ottica
l'associazione si batte a fianco dei sostenitori della campagna
contro gli inceneritori.
Per cominciare, il dott.
Calgaro ha riferito che le emissioni degli inceneritori sono note
solo per circa il 10%, mentre il resto è perlopiù ignoto. Questo è
conseguenza del fatto che spesso non si sa cosa viene bruciato (nella
parte “indistinta” della nostra pattumiera ci finisce di tutto).
Nelle emissioni ci sono
tutte una serie di sostanze quali la diossina e le famigerate
nanopolveri, ossia il PM 10, ma anche il PM 2,5 e il PM 1, che sono
impossibili da filtrare anche con le tecnologie più avanzate, che
non si dissolvono ma al contrario si accumulano nei terreni dove si
depositano, entrando poi nella catena alimentare arrivando fino
all'Uomo.
Anche nel nostro organismo
molti di questi elementi si accumulano nei tessuti adiposi, nelle
ossa ecc... arrivando a causare malattie degenerative e tumori.
Esistono dei limiti di legge
per le emissioni ma anche nel caso in cui vengano rispettati (e non
sempre accade, l'impianto di Vercelli è sotto inchiesta per un
presunto “taroccamento” dei dati) essi non tengono conto di molti
fattori, quali ad esempio:
- le tipologie di individui (la stessa quantità di sostanze avrà effetti diversi per un adulto, per una donna incinta, per un bambino o per un anziano)
- l'esposizione (una persona che vive nelle vicinanze di un impianto sarà sottoposto giorno e notte ai fumi, mentre altri lo potrebbero essere solo saltuariamente)
Ma soprattutto non tengono
conto degli accumuli di sostanze e delle interazioni tra di esse. Un
individuo che, ad esempio, fa un lavoro in cui è esposto a polveri e
sostanze nocive varie avrà un sensibile aumento del rischio per la
salute dovuto ad un'ulteriore dose provocata dai fumi di
incenerimento. Non sono nemmeno note le possibili interazioni tra le
differenti sostanze che si accumulano in ciascuno di noi nel corso
della vita.
Una cosa è certa:
l'incidenza dei tumori è in continuo aumento.
Una spiacevole conseguenza
dell'esposizione agli inquinanti è che, in qualche modo, eventuali
danni a livello cromosomico si trasmettono per via ereditaria,
condannando i figli ad ammalarsi al posto dei genitori.
Questo è dovuto al fatto
che il nostro DNA si avvolge intorno a proteine chiamate Istoni che
interagiscono con il DNA e che possono essere influenzate
negativamente dagli elementi esterni. Ciò non porta ad una modifica
del DNA (e quindi dei geni) ma ha comunque effetto sulla struttura
genica.
Dal pubblico è emersa la
domanda sulla pirogassificazione. Il dottore ha essenzialmente
riferito che la nocività dei fumi dipende dal tipo di materiale
utilizzato. Nel caso in cui venissero utilizzate materie diverse dal
legname “vergine” (p.es. scarti alimentari, fanghi, legnami
trattati ecc...) allora il gas prodotto (syngas) conterrebbe quantità
importanti di sostanze nocive e dovrebbe essere “lavato”. Questa
operazione di pulizia del gas darebbe come prodotto una certa
quantità di fanghi tossici che a loro volta dovrebbero essere
smaltiti.
Il discorso inceneritori è
stato chiuso da Davide Bono, Consigliere Regionale del Movimento 5
Stelle, che ha trattato la parte politica.
Il Piemonte è stato
suddiviso in 4 ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), che saranno:
- ATO 1: province di NO-VC-BI-VCO
- ATO 2: province di AT e AL
- ATO 3: provincia di CN
- ATO 4: provincia di TO
Ogni ATO può essere a sua
volta suddiviso in ambiti territoriali omogenei, i cui Comuni
dovrebbero organizzarsi per dare vita agli eventuali impianti di
trattamento a freddo dei rifiuti. Questo potrebbe essere fatto
ovunque, ma ci vuole la volontà politica.
Purtroppo la Giunta
Regionale, per gli “impianti a tecnologia complessa” quali gli
inceneritori (complessa?!?), ha stabilito che non saranno nemmeno più
le amministrazioni locali a decidere, ma direttamente la Giunta
stessa.
Ciò vorrebbe dire che i
pochi politici che siedono in giunta avranno potere di decidere dove
e quando aprire un inceneritore.
Un ultimo aspetto è quello
del ruolo del Governo e del Parlamento, che dovrebbero promuovere
misure efficaci per contrastare l'utilizzo spropositato degli
imballaggi e favorire la vendita di prodotti sfusi. Già agendo in
questo senso avremmo risolto buona parte dei problemi alla fonte.
In conclusione abbiamo
imparato che l'incenerimento dei rifiuti causa problemi alla salute
pubblica attraverso le scorie che produce (fanghi, nanopolveri
ecc...) e che è un procedimento costoso che grava sulla
collettività.
Per contro la raccolta
differenziata spinta produce materiali riutilizzabili che possono
essere venduti alle industrie, abbattendo la tassa sui rifiuti ed
evitando le emissioni tossiche.
Il fatto che si preferisca
la prima soluzione rispetto alla seconda deve far riflettere.
L'unico motivo che può
spingere verso gli impianti di termo-distruzione è la montagna di
soldi che ci gira intorno (200-500 milioni di euro a impianto contro
i circa 5 di un impianto di trattamento a freddo) e che fa la
felicità di mafie e corrotti.
Ci vuole quindi una precisa
idea politica che abbia a cuore la salute dei cittadini ed è anche
necessario l'impegno dei cittadini stessi perchè gli impianti di
recupero necessitano di una raccolta molto ben differenziata.
Anche in mancanza dei dati
precisi tra emissioni nocive e aumento delle malattie è sempre
valido quanto afferma il professor Paul Connett: “Nessun rischio è
accettabile se è evitabile”.
Persino l'UE ha in qualche
modo aderito a questo modo di pensare con il suo “Principio di
Precauzione”.
“Il
principio di precauzione è il principio generale del diritto
comunitario che fa obbligo alle autorità competenti di adottare
provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi
potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per
l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione
di tali interessi sugli interessi economici” (Trib.
CE, Seconda Sezione ampliata, 26 novembre 2002, T-74/00 Artegodan)
Solo
che come troppo spesso accade, le buone cose fatte dalla UE restano
vaghe e sottoposte alle più svariate interpretazioni, perchè in un
sistema politico basato sul denaro usato per conquistare il consenso,
l'attrazione del denaro diventa ostacolo insormontabile con qualunque
argomentazione, per sensata che sia.
Un
sentito ringraziamento ai relatori:
ANNA ANDORNO
FRANCESCO MASSOCCA
MARCO CALGARO
DAVIDE BONO
Un ringraziamento
particolare anche ad ALBERTO GALLO che al termine della serata ha
parlato di economia e finanza, facendo una rapida analisi dei
problemi che affliggono i mercati oggi e introducendo il progetto
"Arcipelago SCEC". Per una trattazione più completa
dell'argomento vogliamo tuttavia organizzare una serata ad hoc, in
modo che si possano approfondirne tutti gli aspetti.
Per
approfondire:
www.scecservice.org
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RispondiEliminaNonostante l'invito ai Sindaci più importanti della valle (Varallo, Quarona, Borgosesia, Serravalle, Gattinara e Valduggia), non c'è stato nemmeno una risposta di cortesia per declinare l'invito! Forse avevano paura di qualche domanda scomoda? Era solo un convegno informativo dal quale imparare qualche cosa!
EliminaPer tutti coloro che non hanno potuto partecipare all'evento, questi sono i link per vedere il filmato della bella serata organizzata dal Movimento 5 Stelle Piemonte - Gruppo Valsesia a Serravalle Sesia il 22 giugno.
RispondiEliminaE' stata davvero una serata istruttiva, con relatori molto preparati ma anche bravi nello spiegare le cose.
Parte 1: Intro di Francesco.
Link: http://youtu.be/vZ33wd1aiWA
Parte 2: Intervento di Anna Andorno. Il video è stato spezzato in due parti.
La prima è visibile al seguente link: http://youtu.be/m0MKIuY3ZY4
La seconda invece qui: http://youtu.be/4G6k6e2wP7g
Parte 3: Intervento di Francesco Massocca
Il Video dura circa 7 minuti ed è visibile qui: http://youtu.be/5nM_pQbaZyI
Parte 4: intervento del Dott. Marco Calgaro. Il video è stato spezzato in più parti.
La prima è visibile al seguente link: http://youtu.be/b0MIN8DYYGE
La seconda invece qui: http://youtu.be/fsCnKhaxcaM
Parte 5: include le domande del pubblico e le conclusioni di Davide Bono.
Questo è il link: http://youtu.be/nk916AhnhX4