lunedì 25 giugno 2012

Serata “No Inceneritori” - Serravalle Sesia – 22 giugno 2012


Serata “No Inceneritori” - Serravalle Sesia – 22 giugno 2012




Nessun rischio è accettabile se è evitabile” (Paul Connett)


Premessa
Nell'ottica di informare i cittadini per una loro maggiore consapevole partecipazione alle scelte riguardanti il territorio, il gruppo valsesiano del Movimento 5 Stelle ha organizzato una serata informativa sul tema della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU).
Da qualche tempo si sente parlare del nuovo inceneritore di quadrante che dovrebbe servire le 4 province (BI-VC-NO-VB) e che potrebbe sorgere a Vercelli sulle ceneri di quello che oggi è in funzione ma che è arrivato a fine vita.
Indipendentemente dalla ubicazione dell'impianto, la posizione del M5S e di molte associazioni di cittadini è quella di dire basta ad una pratica dannosa per la salute e costosa per la collettività.
Oggi in quasi tutti i comuni è attiva la raccolta differenziata, che vede separati i rifiuti organici, la plastica, il vetro, le lattine e la carta. Tuttavia resta una parte consistente cosiddetta “Indistinta”. Ad oggi questa parte della raccolta differenziata è destinata in alternativa o alla discarica o all'inceneritore.
Entrambe le soluzioni rappresentano una comoda soluzione TEMPORANEA, ma non risolve il problema, anzi.




La serata è stata introdotta da Anna Andorno, membro del Movimento Valledora (http://www.movimentovalledora.org) e del CARP (http://www.carp-ambiente-rifiuti.org).
Il Movimento Valledora è nato per cercare di contrastare lo sfruttamento del territorio a cavallo tra le province di Vercelli, Biella e Torino, dove l'attività di cavatura delle ghiaie da sedimento sta costellando la pianura di enormi buchi.
Gli stessi buchi che potrebbero essere poi riempiti di rifiuti.
In quest'ottica è nato il CARP (Coordinamento Ambientalista Rifiuti Piemonte). Lo scopo del Carp è quello di tenere viva l'attenzione su quello che succede nel territorio, per impedire che imprese senza scrupoli legate ad amministratori ignoranti, o peggio, collusi, possano arrecare danni all'ambiente. Danni che hanno SEMPRE una ripercussione diretta sulla vita umana, presente o futura.

Anna ha spiegato come funziona un inceneritore.
Innanzitutto va chiamato con il suo nome. Il termine “termo-valorizzatore” è fuorviante e dovrebbe essere evitato.
Un inceneritore è un forno che brucia rifiuti ad una temperatura compresa tra gli 800°C ed i 1200°C.
L'inceneritore che attualmente opera a Vercelli brucia ogni anno circa 75.000 tonnellate di rifiuti.
Una cosa che forse non tutti sanno è che ai rifiuti viene aggiunta una certa quantità di calce viva e un quantitativo piuttosto elevato di acqua.
Da una tonnellata di rifiuti si producono circa:
  • 280-300Kg di ceneri solide
  • 30 Kg di ceneri volatili (diossina ecc...)
  • 650 kg da acqua sporca da depurare
  • 25 kg di gesso
(fonte: Università di Reggio Emilia e Modena)

La Provincia di Vercelli è da sempre al fondo della classifica in Piemonte per la percentuale di raccolta differenziata.
Il fatto che il Comune di Vercelli detenga circa il 75% della proprietà dell'inceneritore la dice lunga sulle cause di questa situazione, legata alle scelte politiche effettuate negli anni passati.
L'impianto infatti costa, e deve bruciare ogni anno una quantità di rifiuti necessaria per ripagare l'impianto. Più ne brucia meglio è. Non per i cittadini, ma questo è trascurabile, a quanto pare.
Fino al 2007 i RSU erano stati addirittura associati alle fonti rinnovabili quali sole, vento ecc...
Solo in Italia, naturalmente. Le aziende che bruciavano rifiuti ricevevano quindi i famosi CIP6, che tutti noi paghiamo nella bolletta dell'energia elettrica, per ogni kilowatt prodotto bruciando i rifiuti (di qualsiasi tipo!).
Grazie a questo escamotage una valanga di soldi sono stati sottratti alle vere fonti rinnovabili a favore dell'incenerimento dei rifiuti, e questo ha generato la corsa all'incenerimento, con tutte le conseguenze che tratteremo più avanti.

Al Parlamento Europeo è stata recentemente presentata una richiesta affinché tutti gli inceneritori vengano spenti entro il 2020. Dal momento che tutti gli inceneritori si stanno avviando a fine vita senza che ne vengano costruiti di nuovi, la richiesta sarà facilmente accolta. Gli unici luoghi in cui si stanno costruendo nuovi impianti sono Torino e la Puglia. E, forse, Vercelli.
Non è infatti un mistero il fatto che il vecchio inceneritore sia arrivato al capolinea. Qualcuno ha avanzato l'idea di rinnovarlo facendolo diventare l'inceneritore di quadrante, in grado di “gestire” i rifiuti delle province di Vercelli, Biella, Novara e Verbania. Un impianto del genere sarebbe progettato per trattare una quantità di rifiuti ben superiore all'attuale. C'è chi azzarda una stima per 160.000-175.000 tonnellate annue di rifiuti!

Anche senza prendere in esame le alternative, sorgono alcune domande:
  1. L'aumento della percentuale della raccolta differenziata porterà ad una diminuzione significativa della parte indistinta da trattare nel forno. Dove si prenderanno le tonnellate di rifiuti per soddisfare la “voracità” dell'impianto?
  2. Un impianto del genere potrà costare tra i 300 ed i 400 milioni di euro. Dove si prenderanno?
  3. Il sito dell'inceneritore di Vercelli è molto inquinato, per gli scarichi effettuati nel corso degli anni. La bonifica obbligatoria di tale sito ricadrebbe sulle 4 province nel caso in cui si consorziassero per la gestione del nuovo impianto. I cittadini di quelle province accetteranno di accollarsi la spesa in bolletta?
  4. Un impianto costruito ora ci metterà almeno 3 anni a diventare operativo, quindi non prima del 2015. Se la UE nel 2020 imporrà la chiusura degli impianti avremo un impianto con 5 anni di vita da dover abbattere. A meno che non accetteremo di pagare le sanzioni che la UE certamente ci darà.

Si badi bene che il discorso non vale solo per il sito di Vercelli. Le controindicazioni relative alla costruzione di impianti di questo tipo sono valide OVUNQUE.

La parola a questo punto è passata a Francesco Massocca, assessore del Comune di Tronzano, che ha illustrato le alternative esistenti e le iniziative che il suo e altri comuni stanno portando avanti.
La gestione dei rifiuti per quasi tutto il territorio Vercellese (Valsesia compresa) è stata affidata al consorzio Covevar. Dal momento che questo ha raddoppiato le tariffe, nonostante il Comune avesse già introdotto la differenziata, lui in qualità di assessore ha deciso di valutare altre possibilità.
La soluzione che vorrebbero adottare è di fare un'unione di comuni per dare vita ad un centro di trattamento dei rifiuti a freddo, sul modello di quello di Vedelago (www.centroriciclo.eu), gestendo naturalmente la raccolta differenziata spinta come già fanno in altri posti (Ponte nelle Alpi).
Un impianto di trattamento a freddo dei rifiuti può costare circa 5 milioni di euro, ma i vantaggi sono tangibili.
Innanzitutto in questo modo i rifiuti non sono più uno scarto da eliminare ma tornano ad essere materia prima da riutilizzare. Si possono fare molte cose a seconda del tipo di rifiuto trattato.
Il vantaggio più immediato è quindi il risparmio sulle tariffe della TARSU.
Il vantaggio maggiore è poi sul medio-lungo periodo, poiché si andrebbe ad abbattere l'inquinamento prodotto dall'incenerimento o dal conferimento in discarica.
Naturalmente il sistema funziona se tutti i cittadini fanno la loro parte. Può essere più macchinoso suddividere i vari materiali in modo “spinto”, ma un ambiente più salubre e bollette meno care possono far digerire questo piccolo impegno aggiuntivo.

Per spiegare quali sono le conseguenze dell'incenerimento dei rifiuti sull'organismo è intervenuto il dott. Marco Calgaro di ISDE (www.isde.it), un'associazione internazionale di medici che si occupa anche di prevenzione attraverso la salvaguardia dell'ambiente dagli agenti inquinanti che possono avere conseguenze dirette o indirette sulla salute.
Il ruolo del medico secondo loro non dovrebbe essere solo quello di curare i malati, ma anche quello di mettere in guardia le persone (e gli amministratori pubblici) da quelle che possono essere delle minacce alla salute pubblica, secondo il sempre vero detto: “Prevenire è meglio che curare”.
In quest'ottica l'associazione si batte a fianco dei sostenitori della campagna contro gli inceneritori.
Per cominciare, il dott. Calgaro ha riferito che le emissioni degli inceneritori sono note solo per circa il 10%, mentre il resto è perlopiù ignoto. Questo è conseguenza del fatto che spesso non si sa cosa viene bruciato (nella parte “indistinta” della nostra pattumiera ci finisce di tutto).
Nelle emissioni ci sono tutte una serie di sostanze quali la diossina e le famigerate nanopolveri, ossia il PM 10, ma anche il PM 2,5 e il PM 1, che sono impossibili da filtrare anche con le tecnologie più avanzate, che non si dissolvono ma al contrario si accumulano nei terreni dove si depositano, entrando poi nella catena alimentare arrivando fino all'Uomo.
Anche nel nostro organismo molti di questi elementi si accumulano nei tessuti adiposi, nelle ossa ecc... arrivando a causare malattie degenerative e tumori.

Esistono dei limiti di legge per le emissioni ma anche nel caso in cui vengano rispettati (e non sempre accade, l'impianto di Vercelli è sotto inchiesta per un presunto “taroccamento” dei dati) essi non tengono conto di molti fattori, quali ad esempio:
  • le tipologie di individui (la stessa quantità di sostanze avrà effetti diversi per un adulto, per una donna incinta, per un bambino o per un anziano)
  • l'esposizione (una persona che vive nelle vicinanze di un impianto sarà sottoposto giorno e notte ai fumi, mentre altri lo potrebbero essere solo saltuariamente)
Ma soprattutto non tengono conto degli accumuli di sostanze e delle interazioni tra di esse. Un individuo che, ad esempio, fa un lavoro in cui è esposto a polveri e sostanze nocive varie avrà un sensibile aumento del rischio per la salute dovuto ad un'ulteriore dose provocata dai fumi di incenerimento. Non sono nemmeno note le possibili interazioni tra le differenti sostanze che si accumulano in ciascuno di noi nel corso della vita.
Una cosa è certa: l'incidenza dei tumori è in continuo aumento.
Una spiacevole conseguenza dell'esposizione agli inquinanti è che, in qualche modo, eventuali danni a livello cromosomico si trasmettono per via ereditaria, condannando i figli ad ammalarsi al posto dei genitori.
Questo è dovuto al fatto che il nostro DNA si avvolge intorno a proteine chiamate Istoni che interagiscono con il DNA e che possono essere influenzate negativamente dagli elementi esterni. Ciò non porta ad una modifica del DNA (e quindi dei geni) ma ha comunque effetto sulla struttura genica.



Dal pubblico è emersa la domanda sulla pirogassificazione. Il dottore ha essenzialmente riferito che la nocività dei fumi dipende dal tipo di materiale utilizzato. Nel caso in cui venissero utilizzate materie diverse dal legname “vergine” (p.es. scarti alimentari, fanghi, legnami trattati ecc...) allora il gas prodotto (syngas) conterrebbe quantità importanti di sostanze nocive e dovrebbe essere “lavato”. Questa operazione di pulizia del gas darebbe come prodotto una certa quantità di fanghi tossici che a loro volta dovrebbero essere smaltiti.

Il discorso inceneritori è stato chiuso da Davide Bono, Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, che ha trattato la parte politica.
Il Piemonte è stato suddiviso in 4 ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), che saranno:
  • ATO 1: province di NO-VC-BI-VCO
  • ATO 2: province di AT e AL
  • ATO 3: provincia di CN
  • ATO 4: provincia di TO

Ogni ATO può essere a sua volta suddiviso in ambiti territoriali omogenei, i cui Comuni dovrebbero organizzarsi per dare vita agli eventuali impianti di trattamento a freddo dei rifiuti. Questo potrebbe essere fatto ovunque, ma ci vuole la volontà politica.
Purtroppo la Giunta Regionale, per gli “impianti a tecnologia complessa” quali gli inceneritori (complessa?!?), ha stabilito che non saranno nemmeno più le amministrazioni locali a decidere, ma direttamente la Giunta stessa.
Ciò vorrebbe dire che i pochi politici che siedono in giunta avranno potere di decidere dove e quando aprire un inceneritore.
Un ultimo aspetto è quello del ruolo del Governo e del Parlamento, che dovrebbero promuovere misure efficaci per contrastare l'utilizzo spropositato degli imballaggi e favorire la vendita di prodotti sfusi. Già agendo in questo senso avremmo risolto buona parte dei problemi alla fonte.



In conclusione abbiamo imparato che l'incenerimento dei rifiuti causa problemi alla salute pubblica attraverso le scorie che produce (fanghi, nanopolveri ecc...) e che è un procedimento costoso che grava sulla collettività.
Per contro la raccolta differenziata spinta produce materiali riutilizzabili che possono essere venduti alle industrie, abbattendo la tassa sui rifiuti ed evitando le emissioni tossiche.
Il fatto che si preferisca la prima soluzione rispetto alla seconda deve far riflettere.
L'unico motivo che può spingere verso gli impianti di termo-distruzione è la montagna di soldi che ci gira intorno (200-500 milioni di euro a impianto contro i circa 5 di un impianto di trattamento a freddo) e che fa la felicità di mafie e corrotti.
Ci vuole quindi una precisa idea politica che abbia a cuore la salute dei cittadini ed è anche necessario l'impegno dei cittadini stessi perchè gli impianti di recupero necessitano di una raccolta molto ben differenziata.

Anche in mancanza dei dati precisi tra emissioni nocive e aumento delle malattie è sempre valido quanto afferma il professor Paul Connett: “Nessun rischio è accettabile se è evitabile”.
Persino l'UE ha in qualche modo aderito a questo modo di pensare con il suo “Principio di Precauzione”.
Il principio di precauzione è il principio generale del diritto comunitario che fa obbligo alle autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi sugli interessi economici” (Trib. CE, Seconda Sezione ampliata, 26 novembre 2002, T-74/00 Artegodan)

Solo che come troppo spesso accade, le buone cose fatte dalla UE restano vaghe e sottoposte alle più svariate interpretazioni, perchè in un sistema politico basato sul denaro usato per conquistare il consenso, l'attrazione del denaro diventa ostacolo insormontabile con qualunque argomentazione, per sensata che sia.


Un sentito ringraziamento ai relatori:
ANNA ANDORNO
FRANCESCO MASSOCCA
MARCO CALGARO
DAVIDE BONO

Un ringraziamento particolare anche ad ALBERTO GALLO che al termine della serata ha parlato di economia e finanza, facendo una rapida analisi dei problemi che affliggono i mercati oggi e introducendo il progetto "Arcipelago SCEC". Per una trattazione più completa dell'argomento vogliamo tuttavia organizzare una serata ad hoc, in modo che si possano approfondirne tutti gli aspetti.


Per approfondire:
www.scecservice.org


4 commenti:

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    1. Nonostante l'invito ai Sindaci più importanti della valle (Varallo, Quarona, Borgosesia, Serravalle, Gattinara e Valduggia), non c'è stato nemmeno una risposta di cortesia per declinare l'invito! Forse avevano paura di qualche domanda scomoda? Era solo un convegno informativo dal quale imparare qualche cosa!

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  3. Per tutti coloro che non hanno potuto partecipare all'evento, questi sono i link per vedere il filmato della bella serata organizzata dal Movimento 5 Stelle Piemonte - Gruppo Valsesia a Serravalle Sesia il 22 giugno.
    E' stata davvero una serata istruttiva, con relatori molto preparati ma anche bravi nello spiegare le cose.

    Parte 1: Intro di Francesco.
    Link: http://youtu.be/vZ33wd1aiWA

    Parte 2: Intervento di Anna Andorno. Il video è stato spezzato in due parti.
    La prima è visibile al seguente link: http://youtu.be/m0MKIuY3ZY4
    La seconda invece qui: http://youtu.be/4G6k6e2wP7g

    Parte 3: Intervento di Francesco Massocca
    Il Video dura circa 7 minuti ed è visibile qui: http://youtu.be/5nM_pQbaZyI

    Parte 4: intervento del Dott. Marco Calgaro. Il video è stato spezzato in più parti.
    La prima è visibile al seguente link: http://youtu.be/b0MIN8DYYGE
    La seconda invece qui: http://youtu.be/fsCnKhaxcaM

    Parte 5: include le domande del pubblico e le conclusioni di Davide Bono.
    Questo è il link: http://youtu.be/nk916AhnhX4

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